MOTIVAZIONI
PER LA CANDIDATURA
Il villaggio operaio di Crespi d'Adda dovrebbe essere inscritto
nella Lista del Patrimonio mondiale per due ragioni:
A. E' un esempio unico di villaggio operaio per via della sua
posizione privilegiata e del suo stile architettonico e urbanistico
inalterato;
B. Testimonia il periodo più cruciale dell'evoluzione della
società moderna: il periodo della rivoluzione industriale.
I villaggi operai erano rari non solo per via della loro struttura
urbana, ma anche e soprattutto perché riflettevano il livello
dell'organizzazione sociale ed della crescita economica. Obbligavano
ad una gerarchia chiaramente definita, a dei ruoli precisi e a
delle relazioni economiche pianificate. Sono il risultato delle
teorie liberali degli economisti inglesi del XIX secolo, teorie
denominate "capitalismo paternalista".
Il perfetto stato di conservazione è un'altra caratteristica
di Crespi. Solo il villaggio di Noisiel-sur-Marne, in Francia,
ha saputo conservare altrettanto intatta la sua struttura urbana.
Tutti gli altri villaggi operai, sia che si tratti di Leumann
a Torino, di Rossi a Schio in Italia, di New Lanark in Scozia
o di Krupp in Germania, hanno subito importanti cambiamenti a
causa della vicinanza a grandi città.
CATEGORIA
DEL SITO
In termini di categorie del sito, definite all'articolo primo
della Convenzione del Patrimonio mondiale del 1972, Crespi è
un insieme di beni.
STORIA
I primi villaggi operai sono stati edificati in Europa - Belgio,
Francia, Germania e Gran Bretagna - allo scopo di ospitare i numerosi
operai chiamati dalle nuove generazioni di imprenditori a lavorare
nelle loro fabbriche, costruite in prossimità di fonti
d'energia e di materie prime. Solo dopo l'unificazione politica
dell'Italia e la creazione di un grande mercato nazionale questi
villaggi fecero la loro apparizione nella penisola. Crespi, a
Capriate San Gervasio (Bergamo), è il più completo
e il più caratteristico di questi villaggi. Gli altri sono
Leumann a Collegno (Torino) e Rossi a Schio (Vicenza).
Nel 1875, Cristoforo Benigno Crespi, fabbricante di tessuti proveniente
da Busto Arsizio (Varese), acquistò un kmq di terreno nell'avvallamento
situato tra le rive del Brembo e dell'Adda, a sud di Capriate,
con l'intenzione di avviare una filatura di cotone sulle rive
dell'Adda. Egli decise di edificare in prossimità della
filatura delle abitazioni di tre piani, dotate di più appartamenti,
per le famiglie dei suoi operai. La costruzione fu intrapresa
nei primi mesi del 1878 sul modello allora abituale in Europa.
Quando il figlio del fondatore, Silvio Benigno Crespi, subentrò
alla direzione della fabbrica nel 1889, concluse e modificò
il progetto iniziale secondo un approccio urbanistico differente
e una ideologia meglio definita. Egli rinunciò ai grandi
palazzotti a più alloggi e a loro preferì delle
casette individuali con giardino, che considerava più propizie
all'armonia e più adatte a resistere ai conflitti sociali.
Egli mise in pratica questa politica fin dal 1892: aveva fatto
senza dubbio la giusta scelta perché nel corso di più
di cinquanta anni Crespi non conobbe né scioperi né
conflitti sociali. Vicino alle piccole case concepite sul modello
preconizzato, costruì una centrale idroelettrica che alimentava
gratuitamente il villaggio operaio, dei bagni e dei lavatoi pubblici,
un ospedale, una cooperativa, una scuola, un piccolo teatro, un
centro sportivo, una canonica per il prete locale, un ambulatorio
per il medico locale, e altri servizi collettivi. Silvio Benigno
Crespi aggiunse poi delle costruzione più simboliche come
la chiesa, il castello (dimora della famiglia Crespi ), gli uffici
amministrativi all'interno della fabbrica e a sud delle case degli
operai, le case per i proprietari (le prime due costruzioni datano
gli anni 1890 e le ultime i primi anni 1920).
La crisi del 1929 e la severa politica fiscale del governo fascista
obbligò la famiglia Crespi a vendere tutto il villaggio
alla STI, impresa italiana del tessile, che a sua volta la cedette
nel 1970 alla Rossari e Varzi, la quale vendette la maggioranza
delle case. Il villaggio passò in seguito alla società
Legler. Lo stabilimento appartiene attualmente al gruppo industriale
Polli.
DESCRIZIONE
Il villaggio nell'insieme ha una forma geometrica regolare.
Esso è diviso in due parti dalla ampia strada che porta
a Capriate. L'edificio della fabbrica unico e compatto con delle
decorazioni medioevali è situato nella parte destra, sulla
riva sinistra dell'Adda: esso ospita gli uffici disegnati da Ernesto
Pirovano, l'architetto di un grande numero di costruzioni realizzate
ai tempi di Silvio Benigno Crespi .
Dall'altra parte della strada si trovano le abitazioni, costruite
su tre raggi, all'interno di un quadrilatero regolare di vie di
circolazione. Nel piano originario si erano previsti degli immobili
di due piani, destinati a più famiglie e dotati di quattro
stanze per ciascun piano. Al giorno d'oggi, ogni casa individuale
ha un piccolo giardino e un orto che separa la casa dai bagni,
situati nel retro di questa. Le villette operaie si distinguevano
facilmente dai palazzotti per il loro stile, che conferisce al
paesaggio una gradevole diversità.
La chiesa è stata disegnata sul modello del tempio di Bramante
di Santa Maria in Piazza, a Busto Arsizio (città natale
dei fondatori della società). La costruzione cominciò
nel 1891 e durò due anni. La chiesa è situata a
nord del villaggio, su di una area dove trovano sede pure la scuola
e il teatro.
Il castello è opera del Pirovano, e fu terminato nel 1897.
Il suo stile è un miscuglio di elementi neogotici lombardi,
di sculture e pitture con elementi veneto-moreschi. L'insieme
ricorda il periodo romanico gotico, sensazione rinforzata dal
ricorso a una certa diversità di materiali, come la pietra
di Capriate (il ceppo), il mattone e il cemento.
Il cimitero è a sud del villaggio. Esso è dominato
dal mausoleo della famiglia Crespi, una struttura di stile Art
Noveau che si deve a Gaetano Moretti.
GESTIONE
E PROTEZIONE
Stato giuridico
L'intero villaggio appartenne alla fabbrica fino agli anni 1970,
periodo in cui fu frazionato. Esso appartiene ora a quattro categorie
di proprietari: pubblico (il comune), proprietari privati, il
gruppo Leglertex-Polli e la Chiesa cattolica (parrocchia/curia
di Bergamo).
Secondo le disposizioni della legge num. 1497 del 26 Giugno 1939
per la protezione delle bellezze naturali, Crespi d'Adda è
designata come un "centro urbano con un carattere storico
e un valore nel contesto dell'ambiente", il che impone un
certo numero di vincoli ai proprietari. La legge num. 431 dell'8
Agosto 1985 include la totalità delle rive dell'Adda e
il bosco attorno al villaggio sotto questa designazione. Solo
il mausoleo della famiglia Crespi è protetto come monumento
individuale, a titolo della legge num. 1089 del 1 Giugno 1939.
Gestione
L'entità
amministrativa competente è il Comune di Capriate San Gervasio.
Il piano particolareggiato di Crespi d'Adda, strumento del piano
regolatore comunale, preparato in accordo con le disposizioni
della legge num. 1150 del 17 Agosto 1942 e adottato dal consiglio
municipale il 23 Giugno 1994, conferma le disposizioni relative
agli interventi concernenti gli edifici privati o pubblici, per
i quali è obbligatoria una autorizzazione ufficiale. Al
momento in cui la proposta d'iscrizione sulla Lista del Patrimonio
mondiale è stata depositata, il piano particolareggiato
è stato presentato al pubblico e, in seguito, accettato
e applicato.
Il "Consorzio per il parco regionale dell'Adda Nord"
e il "Consorzio della comunità dell'isola bergamasca"
svolgono anch'essi un ruolo legato alla gestione d'insieme della
zona. Il "Piano territoriale di coordinamento", preparato
conformemente alla legislazione nazionale e regionale, è
entrato in vigore il 6 Dicembre 1993. Questo piano ha un campo
di applicazione più vasto rispetto al piano particolareggiato
comunale. Per tutto ciò che concerne Crespi d'Adda, esistono
tre livelli di regolamentazione e riguardano rispettivamente le
zone d'interesse naturale, i siti storici e le zone con delle
caratteristiche morfologiche o strutturali che devono essere protette,
come pure le zone che necessitano di essere incluse in un contesto
specifico (quelle che esigono delle misure di salvaguardia urgenti).
CONSERVAZIONE
E AUTENTICITA'
Resoconto della conservazione
Nessun programma di conservazione è stato elaborato in
funzione dell'importanza culturale e storica particolare di Crespi
d'Adda. Un approccio coerente basato sull'insieme industriale,
sia pubblico che privato, è stato seguito fino a che la
totalità del villaggio apparteneva a una sola entità
("la fabbrica"). Da allora gli edifici privati, appartenenti
a singoli proprietari, sono stati ben conservati, mentre gli edifici
pubblici si sono un poco deteriorati. Questi ultimi sono oggetto
di progetti di restauro e, in particolare, la scuola, per la quale
è in corso di preparazione un progetto di rimessa in attività
come museo, biblioteca e centro di riunioni.
Per quanto riguarda gli edifici della fabbrica, solo una piccola
parte dell'enorme complesso è utilizzata , il che ha portato
come conseguenza alla deteriorazione di certe parti abbandonate.
Il progetto di rivitalizzazione prevede tra le altre cose la ristrutturazione
di queste strutture ed il loro utilizzo come testimonianze del
passato industriale del villaggio. La piccola centrale idroelettrica,
superbo esempio di architettura Art Noveau di inizio 20esimo secolo,
è in uno stato nettamente più critico. Il suo equipaggiamento
tecnico è tuttora in situ e sono in corso di studio dei
progetti concernenti la sua riconversione a museo del patrimonio
industriale.
Autenticità
Crespi
d'Adda ha conservato un notevole grado di autenticità.
Tutti gli elementi d'origine, pubblici, privati e industriali
sono intatti. Niente è stato demolito o modificato in modo
determinante. Alcune strutture marginali sono state aggiunte in
periodi recenti alle abitazioni. Queste strutture si distinguono
chiaramente dall'insieme della città operaia e saranno
abbattute quando il piano particolareggiato entrerà completamente
in vigore.
ANALISI
COMPARATIVA
Il villaggio industriale "modello" risale agli inizi
del 18esimo secolo con esempi come Forsmark e Lovsta in Svezia.
Una dimensione più filosofica o più "utopica"
è stata introdotta agli inizi del 19esimo secolo come,
ad esempio, a New Lanark (Scozia) da Robert Owen. Un grande numero
di villaggi operai urbanizzati sono apparsi lungo tutto il 19esimo
e all'inizio del 20esimo secolo, in tutta l'Europa e l'America
del Nord, sotto l'impulso di industriali come Rossi in Italia,
Krupp in Germania e Cadbury in Inghilterra. Crespi d'Adda fu costruita
relativamente tardi, quando l'Italia, nel periodo che precedette
l'unificazione, incoraggiò la creazione di imprese industriali
di grandi dimensioni. Il suo significato non riguarda tanto l'importanza
storica, quanto il suo altissimo livello di integrità e
di autenticità, soprattutto se paragonato agli altri esempi
equivalenti.